domenica 7 ottobre 2012

Verità germoglierà dalla terra...


Sono un cittadino italiano, non attivo politicamente; mi limito all'esercizio del diritto di voto, ultimamente non senza una certa riluttanza.
La stagione politica che si è inaugurata con i fatti di Tangentopoli e la seguente discesa in campo di Silvio Berlusconi mi ha dato una immagine sconfortante degli italiani (il popolo cui innegabilmente appartengo anche io).
   Sono credente. Mi è accaduto un giorno di incontrare la bellezza di Dio e di restarne infatuato. La chiesa è per me una famiglia.
  
   Come credente non mi sento rappresentato da alcuna delle forze politiche presenti nel paese. Nondimeno ho espresso il mio voto, e non è un voto a favore di Silvio Berlusoni o delle formazioni che in vario modo gravitano intorno a lui; lo ritengo infatti responsabile di avere per oltre un decennio tracciato il segno della politica del nostro paese in una direzione sbagliata. Agli altri la responsabilità di averlo più o meno regolarmente inseguito su questa linea.

   Il nostro paese si trova oggi in condizioni penose: il cavaliere  è stato capace di sbriciolare il senso civico di un popolo, trasformare idee e valori in merce di scambio, ottundere le coscienze e le menti utilizzando la menzogna con una disinvoltura aberrante, manipolare le istituzioni civili con arroganza senza pari. Silvio Berlusconi ha tradito non solo l'Italia e gli italiani, ma anche ogni ideale democratico e di sana convivenza civile. Il quadro della situazione italiana e tanto scoraggiante da far dubitare che un uomo solo abbia potuto creare tanta rovina nel paese, e in effetti non si possono deresponzabilizzare del tutto coloro che hanno in vario modo e a vario titolo lasciato che tutto ciò accadesse. A partire da tutti coloro, e sono tanti, che hanno consapevolmente anteposto il proprio meschino interesse alla salute della società.

   Una riflessione sarebbe necessaria sulla capacità del popolo italiano di vivere e costruire la democrazia, ma non è argomento che voglio affrontare in questa sede, vorrei invece condividere con Voi una riflessione sul mio essere credente e cittadino oggi.

   La fede che io vivo è un camino su un sentiero, a volte accidentato, e durante il quale si è circondati dalla nebbia del mistero di Dio. In questo cammino però si è guidati e accompagnati, in primo luogo da Cristo, e quindi dalla chiesa; da tutti coloro cioè che hanno intrapreso questo stesso percorso. E si scopre subito che la bellezza della chiesa va ben oltre la capacità degli altri 'viandanti' di non commettere errori, anzi, irragionevolezze e pesi da portare ve ne sono tanti anche nella chiesa ma non è per la sua perfezione che ne faccio parte. Scoprire la fede è scoprire di avere un Padre, e quindi di essere parte di una famiglia. Esattamente come per le famiglie in cui siamo venuti al mondo, a nessuno di noi è dato di scegliere i propri familiari, nondimeno li amiamo, soffriamo dei loro errori, e li facciamo soffrire a nostra volta per i nostri.

   Chi vive la fede, vive innanzi tutto il più viscerale amore per la verità, che è onestà materiale ed intellettuale; ed è solo su questo piano che può avvenire un confronto su valori che sono indubbiamente non negoziabili, ma che non sono universalmente condivisi nell' 'altra' famiglia che è la società civile. Di questo sono profondamente convinto, e so che fino a quando in Italia il discorso politico non sarà riportato sui binari di queste onestà, mettere in campo valori non negoziabili servirà solo a buttarli nel tritacarne della demagogia bugiarda avida e disonesta che ha governato fino a ieri il paese, e che senza dubbio spera di riprenderselo domani.

in foto: François Lemoyne ~ "Tempo salva Verità da Invidia e Falsità"

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