venerdì 25 gennaio 2008

A Ciascuno il suo


Se ne parla da tempo nelle stanze vaticane, e forse la cosa da domani sarà realtà. Il Sommo pontefice Benedetto XVI potrebbe rompere una tradizione di lunghissimo corso della chiesa cattolica: quella di canonizzare una persona dopo la morte. Secondo indiscrezioni nei prossimi giorni Clemente Mastella verrà dichiarato santo. Postulatori il presidente della Conferenza episcopale Italiana Angelo Bagnasco e il Vicario Episcopale per la diocesi di Roma Camillo Ruini.

Durante la campagna elettorale del 2006 scrissi una email al Senatore Paolo Guzzanti in risposta ad un suo editoriale su "Il Giornale". Si parlava del dibattito TV tra Prodi e Berlusconi. L'onorevole rispose alle mie critiche contro Berlusconi e il berslusconismo dandomi del prodiano "codardo e untuoso" (In effetti mi chiedevo dove berlusconi trovasse il coraggio per fare certe affermazioni, per poterne avere io altrettanto).

Col passare dei mesi poi la vista di un governo rissoso e incapace di formulare un pensiero politico alternativo al poltronismo di casta delle destre, mi ha portato a un profondo scoramento che ha avuto il suo culmine nei grotteschi avvenimenti dell'ultima settimana.

Sono un cattolico credente e pratcante. E non sapendo più con chi prendermela per quello che è successo negli ultimi mesi, con fare codardo e untuoso me la prendo con certe gerarchie ecclesistiche. Oppure invece di andare a cercare colpevoli tra i laici/laicisti e i liberisti guardo dentro casa mia e disapprovo certe gerarchie che invece di indicare la meta del vivere umano (per noi dovrebbe essere Cristo....) vogliono indicare a tutti i costi quelli che secondo loro sono i mezzi per raggiungerla, magari anche accettando qualche conveniente compromesso.

Mastella dice di essere stato attaccato perchè cattolico. Mi vergogno.
Da cattolico mi vergogno che Mastella dica di aver fatto quello che ha fatto perchè è cattolico. E' nell'umano buon senso, nell'onestà universalmente accettata, prendersi le responsabilità per i propri errori. Il cristiano, per chiara indicazione di Colui che ci guida, dovrebbe essere disposto a prendersi la responsabilità anche degli errori degli altri.

"[...] Intorno si è mossa e si muove la gerarchia cattolica, che ormai lascia un'impronta visibile non nel discorso pubblico dov'è la benvenuta, ma sul terreno politico, istituzionale e addirittura parlamentare, dove in una democrazia occidentale dovrebbe valere solo la legge dello Stato e la regola di maggioranza, che è la forma di decisione della democrazia. Un'impronta che sempre più, purtroppo, è quella di un Dio italiano fino ad oggi sconosciuto, che non si preoccupa di parlare all'intero Paese ma conta le sue pecore ad ogni occasione interpretando il confronto come prova di forza - dunque come atto politico - , le rinchiude nel recinto della precettistica e se deve marchiarle, lo fa sul fianco destro." Ezio Mauro, Repubblica

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